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vendredi, 25 juin 2010

La tristezza di Cannavaro

Il capitano azzurro sul fallimento in Sudafrica: ''Nessuno si aspettava una figura simile, contro la Slovacchia eravamo bloccati dalla paura. Questo disastro è figlio del momento del nostro calcio, bisogna investire sui giovani. Se non si volta pagina ci vorranno altri 26 anni per rivincere un mondiale''

dal'inviato EMANUELE GAMBA

IRENE  -  Il capitano ha pianto, "e me ne vergogno". E hanno pianto in molti accanto a lui, perché Fabio Cannavaro saluta dopo 136 partite con la maglia azzurra ma anche dopo la peggiore di quelle. "E' stata una delle serate più brutte, nessuno si sarebbe aspettato un Mondiale così, con l'ultimo posto nel girone, con questa mancanza di gioco anche se l'Italia non ha mai giocato bene, nemmeno quando otteneva risultati. Sapevamo che vincere di nuovo sarebbe stato molto ma molto difficile, ma non immaginavo finisse così". Dice che "avremmo avuto bisogno di vincere una partita, ci avrebbe sbloccati", ma nemmeno lui riesce a spiegare perché l'Italia non abbia saputo farlo, dato che le vittorie non arrivano per concessione divina. "E' presto per fare analisi, ci vuole mente fredda. Siamo consapevoli di avere fatto una brutta figura. Abbiamo sbagliato tanto, ma ancora non so dove".
Cannavaro lascerà questa valle di lacrime, si rifugerà a Dubai. È una fuga da un calcio moribondo. "Ci sono tanti episodi che mi hanno fatto prendere questa decisione: i petardi di Juve-Parma, gli insulti ricevuti contro il Catania, quando me ne dissero di tutti i colori. È da un po' che lo dico: il nostro meccanismo deve cambiare, basta vedere gli stadi in cui giochiamo, la cultura sportiva che si respira alla partita. E se non investi in risorse umane, fai fatica. Bisogna puntare sui giovani". Però lo dice il trentasettenne Cannavaro, arrivato qui al limite della spremitura. "Ma non sono pentito di averlo fatto. Sarebbe stato comodo mollare dopo il 2006. C'è una cosa che bisogna dire: quattro anni fa eravamo una squadra già in età avanzata, è questo il problema. Non si può dire che Lippi non abbia cercato di rinnovare, praticamente gli unici che sono stati titolari sia nel 2006 sia nel 2010 siamo stati io e Zambrotta. I ricambi sono pochi, bisogna abituarsi all'idea che l'Italia non fornisce più materia prima come era invece successo con la mia generazione. È una questione di cicli, in questo momento abbiamo giocatori buoni ma non di prima fascia". Buoni è un eufemismo, è evidente. Spaventati lo sono stati di sicuro: "Giocare il primo Mondiale è dura per tutti, ricordo che nel 98 io e Nesta debuttammo con un 2-2 contro il Cile e venimmo massacrati. Quando indossi una maglia che ha quattro stelle come la nostra, la paura è automatica. Contro la Slovacchia, a un certo punto mi sono reso conto che c'era troppo timore, l'ho visto nelle facce dei miei compagni, non c'era nulla da fare, eravamo insicuri. In condizioni normali, sono sicuro che queste partite le avremmo vinte tutte e tre". Il testimone dice di lasciarlo "a Buffon e Chiellini, che è il più vecchio dei giovani e ha la forza per diventare un leader". Però "di fenomeni in giro non ce ne sono, è inutile guardarci attorno. Se qualcuno ne vede, che me li portasse". E Cassano? "Ha fatto due Europei con noi e non mi risulta che li abbiamo vinti". E Balotelli? "Deve ancora dimostrare tutto". E quindi? "Il lavoro di Prandelli sarà difficile, ha anche un girone complicato. Ma bisogna guardare al futuro, puntare sui giovani, fare qualcosa di diverso da quello che si è fatto sinora. Qualcuno si dovrà prendere delle responsabilità, altrimenti il prossimo Mondiale lo vinceremo tra 26 anni. E i club devono capire che il fallimento della Nazionale è anche il loro". Finisce così, nell'illusione che la delusione si sedimenti lasciando affiorare soltanto i ricordi più dolci: "Quello che abbiamo fatto nel 2006 non potrà portarcelo via nessuno". Altri tempi.

(25 giugno 2010)

16:08 Publié dans Loisirs | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : italie |  del.icio.us |  Facebook | | |

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